giovedì 7 aprile 2011

Tra gesti e parole, il Paese muore



Il Parlamento

Sono tutti bravi a dettare regole e a stabilire comportamenti, specialmente quando questi riguardano gli studenti, i nostri ragazzi.
E con che rigore si interviene, perché i nostri ragazzi siano educati e rispettosi!.
Si interviene sul voto di condotta e sugli interventi punitivi a scuola, perché (dicono) c’è necessità di riordinare i rapporti.
Ma su quali modelli? Ci  chiediamo sgomenti!.
Attenti a scrivere queste norme, perché in quell' “aula”, nostra  per antonomasia, sacra per compiti e  funzioni, succede di tutto e di più.
Risse, violenze, offese verbali e gesti sconci sono diventati merce di scambio e coloriscono ogni giornata che dovrebbe essere deputata a ben altri impegni, perché quell’ “aula” non è luogo di mercato ma la casa di noi Italiani.

Simili comportamenti, da parte di chi è stato eletto per una funzione che di per sé esige moralità, etica e rispetto verso il proprio ministero, verso se stesso e verso il popolo, non sono esempi di virtù e specialmente per i giovani.
Quindi , bando alla tracotanza; educhiamo noi stessi  a diventare esempi, prima di inutili dettami.

In un’aula scolastica, da sempre, un solo gesto o una sola espressione verbale irrispettosa, verrebbero  adeguatamente considerati  in nome dell’ "educazione", parola questa che purtroppo è inesistente nella nostra “aula” di rappresentanza dove i gesti e le parole offendono non solo e in primis l’individuo che ne è artefice ma essenzialmente noi Italiani che, come  da una platea, assistiamo ogni giorno a farse da palcoscenico, che provocano il nostro più profondo disgusto.

Anna Lanzetta