![]() | |
San Giovanni in Monterrone. Santi |
Matera, uno dei luoghi più
suggestivi e incantevoli d'Italia, dichiarata dal 1993 Patrimonio Mondiale
dell’Unesco e scelta come Capitale Europea della Cultura per il
2019, affonda la sua storia in un tempo remoto e segna le tappe
dell’uomo dall’età paleolitica ad oggi, dai villaggi neolitici fino alla
costruzione della Civita e dei Sassi. Dal periodo dei romani fino al 1638,
quando ottenne la libertà demaniale, Matera è stata luogo di dominazioni, di
conquiste e di saccheggi. Ridotta a feudo e ceduta a vari domini, ha subito nel
tempo la dominazione di famiglie potenti come gli Orsini. L’origine del nome è
controversa. C’è chi afferma che derivi dal greco “Meteoron”, chi dal termine
greco-jonico Matera, ossia “madre” ma tutte le ipotesi restano tali.
Città della Basilicata, capoluogo
della provincia omonima, Matera è situata a 401 m sul versante
occidentale delle Murge. Include l'area dei Sassi, un complesso di Case Grotta
scavate nella montagna. Evacuati nel 1952 a causa delle misere condizioni di vita, i
Sassi ospitano ora musei.
Il nucleo più antico è disposto
in parte sul fianco scosceso della Gravina, in parte sul margine dirupato del
pianoro e entro brevi gole. Il torrente Gravina affluente di sinistra del
Bradano, scorre nella profonda fossa naturale che delimita i due antichi rioni
della città: Sasso Barisano e Sasso Caveoso. Il Sasso Caveoso è disposto come
un anfiteatro romano, con le case-grotte che scendono a gradoni.
Con l’età dei metalli nacque il
primo nucleo urbano, quello dell’attuale Civita, sulla sponda destra della
Gravina. "Nelle grotte dei Sassi si cela la capitale dei contadini, il
cuore nascosto della loro antica civiltà. Chiunque veda Matera non può non
restarne colpito, tanto è espressiva e toccante la sua dolente bellezza",
"…fu dapprima esperienza, e pittura e poesia…e poi teoria e gioia di
verità per diventare infine apertamente racconto…". Nasce così “Cristo
si è fermato a Eboli”, il libro-documento
scritto da Carlo Levi, quando confinato ad Aliano (Matera), ebbe modo di
conoscere la realtà di questo territorio e di descriverla. Secondo Calvino: Carlo Levi è il testimone della presenza di
un altro tempo all'interno del nostro tempo, è l'ambasciatore d'un altro mondo
all'interno del nostro mondo.
![]() | |
Matera, Santa Maria di Idris |
I “Sassi”, antichi rioni, dal
punto di vista artistico, unici nel loro genere, sono case scavate nel tufo,
sovrapposte irregolarmente lungo i due avvallamenti del Sasso Barisano e del
Sasso Caveoso, a ridosso della Gravina. Essi ci riportano ai primi insediamenti
dei villaggi sparsi, dove ogni gruppo viveva in modo autonomo, separato dagli
altri: «La città è di aspetto curiosissimo, viene situata in tre valli
profonde nelle quali, con artificio, e sulla pietra nativa e asciutta, seggono
le chiese sopra le case e quelle pendono sotto a queste, confondendo i vivi e
morti la stanza. I lumi notturni la fan parere un cielo stellato» (Giovan
Battista Pacichelli, Roma, 1634-1695, Il Regno di Napoli in Prospettiva).
La struttura architettonica e le decorazioni pittoriche sono tra gli aspetti
più interessanti della civiltà delle grotte. A partire dall'VIII secolo, monaci
benedettini e bizantini si stabilirono lungo le grotte della Gravina
trasformandole in Chiese rupestri. Se ne contano più di 120 e conservano
affreschi bizantini straordinari che consentono una lettura del tempo. Santa
Maria di Idris, Madonna delle Acque, sorge nella parte alta del Monterrone, una
rupe calcarea che si erge nel mezzo del Sasso Caveoso e offre una vista
spettacolare sull’altopiano murgico. La chiesa è collegata alla cripta rupestre
di San Giovanni in Monterrone attraverso un cunicolo, dove si trovano numerosi
e pregevoli affreschi databili dal XII al XVII secolo. Oltre l’aspetto
decorativo delle chiese, colpisce l’aspetto devozionale, legato a un’economia
rurale, per il culto dei Santi protettori delle attività artigianali e delle
corporazioni. Il territorio che circonda Matera è ricco di resti preistorici.
Il nostro omaggio continua